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al testo di cristina bizzarri
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Il Pellicano fermo sul pilastro di dura pietra che lo compone invita a deporre antiche mestizie per vasta più ariosa letizia.
Traluce tra un alfa e un omega lo stretto passaggio di terra, nascosto riparo di biciclette.
Partire è tornare fanciulli, lied di gaiezza vibrato nel petto.
E come in un presto voltavi la testa - sostavi curvando in strombato portale che chiama materno e aperto invagina.
Sfiorare figure di legno in glissando tra gessi miniati da mormorii - intuito improvviso d’immenso.
Oh di fanciulla sovrasta ogni coro nel trampolino per sogni soavi che non sapevi fossero spenti.
rosa caleidoscopica rosa ti volle qualcuno e ti asperse in corde mei cordis silente
Andare sospinti dai rami più taciturni e fatti viventi scendendo da tronchi di vento - rinati nel tutto più verde su palchi cosparsi di foglie -
( il molo fin giù a capofitto, lo sguardo annegato nel mare ).
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